Una bella intervista stamane su @RadioLombardiaTV , grazie!
Parlando anche del mio libro, "La vita che indosso", e ascoltando la mia canzone dallo stesso titolo.
E soprattutto sfidando il diluvio di questi giorni in scooter ;-) anche questa è la vita che indosso…
Per l'intervista intera clicca su il link Radio Lombardia
Per per ascoltare la mia canzone cliccare il link YouTube Music
Primo singolo di Laura Lamarra in arte Laura Lamy: unconventional business woman, giornalista, scrittrice e cantautrice. Dal libro alla canzone. Il brano, di cui è cantautrice, è la prosecuzione musicale del suo progetto iniziato con il libro “La vita che indosso”. Una produzione pop rock accompagna un testo che, miscelando le voci della metropoli e quelle interiori, è un inno alla vita, un’ esortazione ad esprimere se stessi oltre gli stereotipi della società.
La vita che indosso è un inno alla vita, alla sua preziosità, alla sua bellezza, al suo mistero, alle sue incognite, agli apparenti controsensi, alle svolte improvvise, alle riflessioni sul vivere, sopravvivere o morire.
Una “danza” di luci e ombre, un parlare in codice, un importante fluire . Squilli improvvisi annunciatori di imprevedibili esiti, incontri, colpi di scena, sentimentali e professionali. “Virus” venuti in guerra o in pace, come luci e ombre della dimensione esistenziale, e del “cappello”, materiale o metaforico, che in risposta si vuole indossare.
Dalla finestra spalancata sulla verde vallata, di un piccolo comune della Brianza, ancora acerba di vita e piena di interrogativi e di speranza, guardo alla fascinosa Milano a distanza. Non so ancora cosa fare e quale “cappello” nella vita indossare. Non posso immaginare che sarò per sette anni nel Top Management dell’Expo universale. Da un’Expo Milano che fu (2015), a un’Expo Dubai che sarà (2021), e nel bel mezzo la grande verità. Un altro evento universale, un virus letale, danza, misterioso e silente, tra l’umanità, usando codici di loquacità. Che sia intriso di felicità, come il virus dell’Expo di Milano che fu e di quello di Dubai che sarà, o carico di dolore, come la pandemia del terrore, implica di cambiare. Quale sarà questa volta il “cappello”da indossare?.
« E quando il mistero si fa fitto, a testa alta procedo dritto, indosso il mio “cappello”, nuda di ogni orpello. »